OMAGGIO AD ALFEDENA
OMAGGIO AD ALFEDENA
Le peculiarità
La consuetudine è una patina che rende tutto uniforme, la frequentazione quotidiana rende ordinario anche il luogo più esotico. Lo sguardo pigro si abitua a cose straordinarie e così generalmente i gioielli che ci circondano non vengono ritenuti degni della nostra attenzione. In questo senso anche Alfedena è un luogo a rischio.
Le categorie di luogo a cui facciamo riferimento sono lo spazio urbano, il paesaggio e la natura selvaggia. Sono tre tipi di ambiti che difficilmente coesistono, ma nel caso del territorio alfedenese assisto a una magica fusione. C’è la storia: e lo spazio urbano viaggia verticalmente dal nostro tempo fino alla notte dei tempi.
Alfedena favorisce l’analisi storica, la riflessione antropologica. Subito fuori il paese c’è il paesaggio, l’ambito urbano e quello naturale si incontrano, si scontrano, si compenetrano dando origine a una rete di vie di comunicazione nate in ogni tempo che magari partono dallo stesso posto per fiancheggiarsi e allontanarsi per ritrovarsi sino a prendere ognuno il proprio percorso. Segni che visti dall’alto di una mappa attraversano il territorio con pressioni diverse. Una sollecitazione sul paesaggio che passa dalla delicatezza di un sentiero di montagna alla marcatura di una strada provinciale; il territorio si legge anche attraverso l’opera dell’uomo.
E poi c’è la natura selvaggia che in questo caso si incastra nello spazio urbano in soluzione di continuità una situazione che evita la naturale interposizione del paesaggio. Basta scendere delle scalette informali, magiche direi, per trovarsi immerso nella natura e contemporaneamente con le spalle rivolte al centro storico. Non è una caratteristica comune. Il merito è della montagna che con la sua asprezza verticale ha intimato all’uomo il rispetto. Ed oggi quel monito si è concretizzato in uno spazio dai mille poteri. Uno spazio che può guarire la mente, lenire il dolore, rigenerare attraverso l’osservazione, la meditazione. Tutto questo è Alfedena: un luogo unico al mondo.
Dario Coletti
Sentiero n. 1
– facciamo due passi verso la montagna? –
– perché no? –
Sono le sei e siamo avvolti nel torpore di una sera d’aprile davanti al balcone della casa di Gaetano, sono di fronte ad un caffè e ascolto le sue storie. Sono arrivato ad Alfedena dopo un meraviglioso viaggio in pullman nel paesaggio abruzzese: tragitto Lanciano – Alfedena.
– Gaeta’ ho dimenticato la fotocamera a Roma, hai qualcosa da prestarmi?
Sono venuto qui perché in questo luogo sta nascendo qualcosa che mi interessa. Il mio amico sta aprendo una camera oscura residenziale, per dirla con uno slogan turistico. Un luogo dove in qualche modo si combatte contro un vizio dei nostri giorni: quello del consumo veloce delle immagini. I nuovi album di famiglia sono prodotti e archiviati con mezzi che oltre a telefonare fanno tutto il resto. Registrazioni precarie, spazi non dedicati allo sfoglio lento, alla ricostruzione emotiva del fatto. Da Gaetano, invece, si ragiona in controtendenza. E questo mi piace.
– una digitale con un vecchio 50 mm con apertura 1,2, è molto morbido
– mi piace l’idea, grazie
Dopo pochi passi siamo in aperta campagna. Alfedena è fatta così. È capace di passare dal paesaggio urbano allo spazio naturale, senza passaggi intermedi. C’è un sentiero, ci sono le nostre gambe e c’è il tempo. Poco, in vero, ma è un tempo che si espande, perché le cose della natura ti rubano l’attenzione, mettono in mostra particolari a cui non sei abituato, ti conducono in percorsi che sono segni e significati. Devi aver voglia di leggerli. È così che un minuto diventa un’ora e un’ora diventa un giorno. È così che un istante diventa un’eternità.
Siamo in silenzio, poche battute tra di noi, qualche clic. Comunichiamo con lo sguardo e per indicare qualcosa di unico che ti è sfuggito è sufficiente cogliere l’attenzione dell’altro. Uno sguardo lungo su un punto definito.
– quanto è bello l’albero e guarda la montagna!
Capisco che è questa atmosfera ai limiti della luce che lo fa vedere così, sono sicuro che domani mattina sarà diverso e che nei milioni di anni trascorsi non è mai stata la stessa cosa. In uno spazio infinitesimo ci sono tutte le storie del mondo, quelle passate e quelle che devono ancora venire.
– Gaeta’ grazie di questa serata
Si fa scuro e torniamo indietro in silenzio. Ci appare Alfedena incorniciata dai rami e esaltata dal biancore dei fiori. Ho deciso che stamperò questa serie di foto. Lo voglio fare perché voglio tenere a memoria questo momento semplice. Perché non voglio dimenticare più niente. Perché voglio che anche gli altri godano di queste atmosfere. Questo è il primo dono che ricevo dall’iniziativa di Gaetano. Questa consapevolezza è un grande regalo per me.